Voice search, la grande protagonista del marketing digitale del 2020

Secondo uno studio di Comscore le ricerche effettuate con la voce raggiungeranno il 50% nel 2020
Aggiornato il 14 settembre 2022

Se il video ha dominato il mondo dell’advertising negli ultimi anni, la voce sta sempre più affermando le sue potenzialità di influenzare il consumatore.

Siamo ormai abituati a interagire con messaggi vocali quotidianamente: utilizziamo i comandi vocali sullo smartphone per fare ricerche, avere indicazioni stradali, creare promemoria, ascoltare una canzone, trovare un ristorante ed effettuarne la prenotazione; conversiamo con i dispositivi di domotica come Google Home ad Alexa, e recentemente è stato annunciata la disponibilità, anche in Italia, del supporto ai comandi vocali dell’app di Netflix per cercare la nostra serie preferita utilizzando solo la voce.

Siamo evidentemente sempre di più coinvolti dai nostri assistenti vocali che ci permettono di fare più attività contemporaneamente, più velocemente, senza l’utilizzo degli occhi e a mani libere. Una evoluzione tecnologica e una comprovata propensione dei consumatori che influenzano anche il mondo dell’advertising.

La voce viene sempre di più preferita alla tastiera come strumento di ricerca e uno studio di Comscore rivela che entro la fine del 2020 le ricerche di Google effettuate con la voce raggiungeranno il 50%. La vocal search offre in effetti molti vantaggi e non solo di praticità: ad esempio abilita un livello di profilazione superiore, infatti se in media riusciamo a digitare 40 parole al minuto, a voce possiamo pronunciarne 150 specificando in modo più preciso gli ambiti della ricerca; inoltre, il messaggio vocale, rispetto alla risposta testuale, ha il grande privilegio di includere tono e emozione creando così maggiore empatia con l’utente.

Cambiano così i criteri della SEO e il content manager non deve più pensare solo in ottica di testo e immagini ma deve ragionare su messaggi vocali coinvolgenti e in grado di stimolare la conversione. E le opportunità sono tante se perché le ricerche vocali hanno una probabilità 30 volte maggiore di trovare una conversione rispetto alle ricerche di testo. L’esperienza che il brand offre all’utente sarà infatti sempre più simile al negozio fisico con il commesso che segue e consiglia nel processo di acquisto.