Come sei arrivato in Criteo?
Grazie alla parola “Publisher” inserita nel mio cv. Sono quasi certo sia stata questa la motivazione principale che diede il via al processo di selezione. Del resto il mio percorso lavorativo ha un comune denominatore: l’universo editoriale. Credo ormai di averlo esplorato in tutta la sua ampiezza. Sia per quanto riguarda i media e le tecnologie di riferimento, sia per i ruoli ricoperti all’interno delle aziende con cui ho collaborato.
Cosa ti piace del tuo lavoro in Criteo?
Può sembrare contradditorio con quanto appena affermato, ma l’aspetto che per primo mi balza alla mente in positivo, pensando alla mia attuale esperienza professionale, è l’analisi dei numeri. Mi ritengo un polivalente che, senza eccellere nei tecnicismi, vanta una gamma piuttosto ampia di interessi e propensioni. Fra queste ultime ci sono quelle analitiche e il tipo di lavoro svolto a Criteo mi dà modo di interrogare quotidianamente i numeri o di suggerire ai nostri analisti cosa ricercare fra l’ingente mole di dati disponibili. Quando il “gioco si fa duro”, i miei colleghi possono contare su competenze e strumenti di livello superiore, perciò diventano indispensabili. Questo tipo di esercizio mi appassiona, perché i numeri parlano chiaro. E mi annoiano raramente. Uno scrittore inglese ha detto che “se li torturi a lungo, i numeri alla fine confessano la verità”. Concordo.
Come è cambiata l’azienda da quando sei arrivato nel 2012?
Il colloquio decisivo fu in Place dell’Opera a Parigi e l’ingresso ufficiale avvenne già nello spettacolare ufficio di Rue Blanche, tuttora utilizzato, “lockdown” a parte. Era stato inaugurato qualche giorno prima del mio arrivo, segnando l’inizio di una nuova era. Niente garage e geni visionari, insomma, perché già all’epoca Criteo – i cui primi leggendari passi sono affascinanti come quelli di ogni start-up di successo – aveva intrapreso un percorso strutturato che poteva soltanto consolidarsi cammin facendo. Sono cambiate le persone, questo sì, e ripensando agli ultimi otto anni non posso dimenticare il primo pranzo con Tobia Omero e Marco De Patre, i due pionieri per il mercato italiano, ai quali sarò sempre grato per la fiducia che hanno riposto in me.
Come è cambiato il mondo dell’online advertising?
Io mi occupo della definizione di accordi commerciali con gli editori italiani e coordino la successiva implementazione tecnica, affinché Criteo possa acquistare in via diretta, tramite la propria tecnologia proprietaria, spazi pubblicitari sui siti web e sulle app. In questo mio ambito di competenza, i cambiamenti non sono mancati nell’ultimo decennio, come è logico che sia in un contesto in costante e rapida evoluzione. Le regole del gioco, a mio avviso, mutano non perché cambino le macro-logiche di un mercato, ma perché ad esempio oggi è possibile in pochi millisecondi eseguire allocazioni di spazi pubblicitari che in passato richiedevano molti più passaggi e quindi molto più tempo. Non sto dicendo nulla di originale, ne sono consapevole, ma il fatto stesso che due studiosi americani dei moderni “sistemi di aste” si siano aggiudicati il Premio Nobel, ribadisce quanto siano d’attualità le dinamiche che caratterizzano ogni giorno il mio lavoro.
In particolare è cambiata l’attenzione verso temi come l’identità online e la protezione della privacy che ora sono tematiche molto attuali, quale è la posizione di Criteo?
Da sempre Criteo è attenta alla tematica dell’identità online e l’azienda ha seguito passo dopo passo tutta l’evoluzione legislativa al riguardo ancor prima che arrivassi io, quindi da oltre un decennio. La volontà è di sviluppare soluzioni che rispettino gli utenti senza penalizzare troppo la nostra azienda e i nostri partner dell’ecosistema digitale. Se posso aggiungere una nota personale meno istituzionale, io confido che lo sbandierato e sacrosanto rispetto della privacy non diventi mai strumentale a interessi di parte. Talvolta percepisco questo rischio…
Di quali successi lavorativi sei più orgoglioso?
Sono soddisfatto di aver creato, nel corso degli anni, solide relazioni interpersonali con la maggior parte dei gruppi editoriali italiani e, nello specifico, con le loro concessionarie di pubblicità. Mi piace quando ricevo la telefonata di un editore che mi chiede di procedere con una specifica integrazione che avevamo discusso a lungo in precedenza e magari rinviato per i più svariati motivi. Essere ricontattati testimonia la forza delle soluzioni Criteo e il lavoro commerciale sviluppato giorno dopo giorno.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Io sono un grande appassionato di sport e di calcio in particolare. Ricordate il discorso della polivalenza? Beh, in questo ambito mi riconosco immodestamente una solida competenza specifica, tecnica e manageriale. Chissà che prima o poi non riesca a dare una mano al presidente della mia squadra del cuore. Guardacaso di lavoro fa l’editore…