Nel 2020 il numero di smart worker è passato da 570 mila a 6,58 milioni
Il Covid-19 ha accelerato diversi fenomeni, primo fra tutti la digitalizzazione di diversi processi, ma anche e soprattutto la forte accelerazione dello smart working, un fenomeno che fino ad ora non aveva avuto una grande adozione nel nostro paese.
I dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano ci descrivono un vero boom dello smart working in Italia negli ultimi mesi. Il dato era atteso ma i numeri sono importanti: prima del Coronavirus gli smart worker in Italia erano 570 mila, facendo segnare già nel 2019 una crescita del 15%. Ora la crescita è del 1.050% e gli smart worker italiani sono 6,58 milioni. Numeri che colpiscono e che danno bene l’idea di cosa sia stato il fenomeno per le aziende italiane.
Lo smart working ha coinvolto:
- il 97% delle aziende
- il 94% delle Pubbliche Amministrazioni
- il 58% delle Piccole e Medie Imprese
I dati dicono anche che a settembre, al ritorno dalle ferie, il numero di smart worker era comunque alto: 5,06 milioni. Ma quali saranno i numeri al termine dell’emergenza? Il Politecnico di Milano stima che i lavoratori agili, che lavoreranno almeno in parte da remoto, saranno complessivamente 5,35 milioni, di cui 1,72 milioni nelle grandi imprese, 920mila nelle PMI, 1,23 milioni nelle microimprese e 1,48 milioni nelle Pubbliche Amministrazioni.
Smart Working e “New Normal”
A fronte di una “nuova normalità” che tutti auspichiamo, il 70% delle grandi imprese aumenterà le giornate di lavoro da remoto, portandole in media da uno a 2,7 giorni alla settimana, e una su due modificherà gli spazi fisici. Nelle PA saranno introdotti progetti di smart working (48%), aumenteranno le persone coinvolte nei progetti (72%) e si lavorerà da remoto in media 1,4 giorni alla settimana (47%), rispetto alla giornata media attuale.
Ciò che questa pandemia ha dimostrato è che un nuovo modo di lavorare è quindi possibile anche nel nostro paese, ma ha evidenziato anche l’impreparazione delle aziende, tecnologica e non solo.
Più di due grandi imprese su tre hanno dovuto aumentare la dotazione di PC portatili, di altri strumenti hardware (69%) e di strumenti per poter accedere da remoto agli applicativi aziendali (65%); tre PA su quattro hanno incoraggiato i dipendenti a usare i dispositivi personali; il 50% delle PMI non ha potuto operare da remoto. A livello organizzativo, invece, è stato difficile mantenere un equilibrio fra lavoro e vita privata per il 58% delle grandi aziende e il 28% dei lavoratori, e per il 33% delle organizzazioni i manager non erano preparati a gestire il lavoro da remoto.
Nonostante le difficoltà, questa tipologia di smart working atipico ha contribuito a migliorare le competenze digitali dei dipendenti (per il 71% delle grandi imprese e il 53% delle PA), a ripensare i processi aziendali (59% e 42%) e ad abbattere barriere e pregiudizi sul lavoro agile (65% delle grandi imprese), segnando una svolta irreversibile nell’organizzazione del lavoro.
I Quiet Days di Criteo
Quest’anno è stato incredibilmente impegnativo per tutti ed è fondamentale non sottovalutare l’importanza di prendersi cura di se stessi e passare del tempo con i propri cari. Per godere di un po’ più di tempo libero, abbiamo deciso di organizzare due “Quiet Days” il 23 e 30 dicembre, in cui leader, manager e dipendenti sono invitati a non organizzare riunioni per ridurre il carico di lavoro.
Il sondaggio Criteo Voices
Voices è il sondaggio di Criteo pensato per misurare e valutare il coinvolgimento e raccogliere suggerimenti dai dipendenti. Dal sondaggio dello scorso anno è emersa l’esigenza di una maggiore agilità e velocità di azione in azienda. Ecco perché nel 2020 abbiamo organizzato due momenti di coinvolgimento, con l’obiettivo di creare opportunità per conversazioni più frequenti a tutti i livelli dell’organizzazione.
Nell’ambito della nostra politica di smart working, abbiamo dato la possibilità di accedere ai nostri uffici alle persone che hanno bisogno di risorse tecniche che non hanno a casa, o di uno spazio per concentrarsi, supportando l’obiettivo del CEO di Criteo Megan Clarken di mantenere il benessere e la salute di tutti i dipendenti Criteo in tutto il mondo, oltre ad offrire il miglior servizio ai nostri clienti.