Che cos’è l’ecosistema del commerce media

Scopri gli attori interconnessi che compongono l'ecosistema dei media commerciali e di cosa hanno bisogno per avere successo.
Aggiornato il settembre 12, 2023

Un ecosistema è, per definizione, un gruppo di elementi interconnessi, formati dalla reciproca interazione.

L’uso di questo termine parlando del commerce media è intenzionale. Senza il collegamento diretto tra gli attori, il commerce media non esisterebbe, poiché questa è una vera e propria simbiosi, in cui il successo di ciascuno alimenta il successo dell’intero sistema.

Chi sono gli attori che lavorano insieme in questa nuova categoria in crescita? E quali sono le esigenze che li spingono verso il commerce media?

Gli attori del commerce media

L’ecosistema del commerce media comprende tre attori principali: marketer, media owner e consumatori. Ciascuno ha i suoi obiettivi, le sue sfide e le sue esigenze, di cui noi ci occuperemo.

Marketer:

brand, retailer e le agenzie che li supportano sono il lato domanda dell’ecosistema del commerce media. Coloro, cioè, che vogliono attivare campagne pubblicitarie che possono raggiungere consumatori in-market dal momento della discovery fino all’acquisto, focalizzandosi sulla generazione e la misurazione di risultati in ogni fase. I dati del commerce e l’intelligenza artificiale che alimenta il commerce media permettono ai marketer di lanciare campagne più efficienti ed efficaci che riducono gli sprechi e aumentano i ritorni.

I marketer necessitano di:

  • Dati del commerce e intelligenza artificiale per comprendere meglio gli interessi e le intenzioni di acquisto. Usufruire di una raccolta dati sul commerce globale consente ai marketer di individuare schemi di interessi e di intenzioni per ottimizzare l’audience targeting e creare modelli predittivi per migliorare le raccomandazioni sui prodotti e il bidding. Più sono i dati sul commerce di cui i marketer possono appropriarsi, più le loro campagne sono intelligenti.
  • Soluzioni pubblicitarie basate su dati first-party. Quando Google staccherà la spina dei 3rd-party cookie, sarà il momento dei dati first-party: avere una quantità sufficiente di dati first-party è un problema, specialmente nel sistema attuale in cui molte fasi di abbinamenti e di sincronizzazioni possono causare perdita di dati. I marketer avranno bisogno di soluzioni di commerce media che li aiutino a proteggere e attivare dati first-party privacy-safe, per raggiungere obiettivi full-funnel.
  • Opzioni che si aggiungono ai walled garden per maggiore reach e maggiore controllo. In un sondaggio che abbiamo commissionato a Forrester Consulting, ​l’80% degli intervistati nordamericani1 e il 77% di quelli dell’UE2 vogliono ridurre la loro dipendenza dai walled garden. Aggiungiamo a questo il fatto che la maggioranza del commercio globale avviene al di fuori di Amazon e che esiste una forte esigenza di commerce media sull’open Internet.
  • La capacità di collegare strettamente la spesa pubblicitaria ai risultati del commerce. Che si tratti di awareness, traffico, lead o vendite, i marketer devono essere in grado di misurare l’impatto del digital advertising seguendo i consumatori lungo il funnel.
  • Meno piattaforme possibile per ottimizzare la gestione. Oggi, il commerce media sull’open Internet è frammentato, con piattaforme demand side (DSP), piattaforme supply side (SSP) e retail SSP, che operano tutte separatamente. Ma, con l’aumento delle norme sulla privacy e il minaccioso incombere dell’interruzione dei cookie third-party, i marketer e i media owner cercheranno altre soluzioni ottimizzate per gestire, scalare e attivare dati first-party e audience da targettizzare.
Media owner:

gli editori e i retailer sono il lato offerta dell’ecosistema del commerce media. Questi attori desiderano vendere la loro inventory di pubblicità e di promozioni ai marketer. I dati del commerce media, l’intelligenza artificiale e il collegamento alla domanda dei marketer offrono una modalità per arricchire e monetizzare i loro dati di audience e di guadagnare più ad revenue.

I media owner hanno bisogno di:

  • Soluzioni che li aiutino a monetizzare le loro audience e i loro dati first-party e a incrementare i rendimenti. Per molti retailer, l’onere tecnologico necessario per assumere il ruolo di editore in-house è eccessivo. Allo stesso modo, gli editori che cercano di ottenere di più dalla loro inventory hanno bisogno di dati esterni sul commerce e di risorse di intelligenza artificiale a supporto.
  • Come acquisire una quota maggiore della spesa degli inserzionisti. Un ecosistema autonomo del commerce media può semplificare il processo e ridurre le commissioni che oggi limano i profitti del media owner.
  • Soluzioni per gestire la raccolta, i diritti e l’attivazione di dati first-party. Per creare i loro dati privacy-safe e provvisti di consenso, gli editori necessitano di soluzioni di commerce media in grado di educare i consumatori, acquisirne il consenso e dare loro la possibilità di gestire le loro preferenze.   
  • Controllo. I media owner hanno bisogno di controllo, sia sull’accesso ai dati sia sui prezzi, oltre che sui contenuti, per garantire la rilevanza.
Consumatori:

i consumatori sono il cuore pulsante dell’ecosistema. È la loro richiesta di maggiore privacy e controllo a ridare forma al settore pubblicitario e a dare informazioni alla nascente categoria del commerce media. Solo mediante la reciproca collaborazione i marketer e i media owner possono offrire quelle esperienze che domani si guadagneranno la fiducia e la fedeltà dei consumatori.

I consumatori hanno bisogno di quanto segue:

  • La possibilità di controllare i marketer e i media owner con i quali accettano di condividere i loro dati e da cui accettano di vedere annunci. I consumatori devono capire chiaramente lo scambio di valore nel consenso all’uso dei loro dati ed essere in grado di gestire quel consenso per accordarlo o negarlo in qualunque momento.  
  • Esperienze rilevanti. La richiesta di maggiore controllo non significa che ai consumatori non interessino più le esperienze rilevanti. I marketer e i media owner che possono incontrare i consumatori in un momento di necessità o bisogno verranno ricompensati da maggiori consensi.
  • Essere in grado di accedere a contenuti digitali di qualità elevata, scoprire nuove cose e avere libertà di scelta. La pubblicità è ciò che rende tutto ciò possibile, fornendo ai media owner i fondi di cui hanno bisogno per continuare a fornire contenuti originali e diversificati sull’open Internet.

Il commerce media cerca di dare a ciascun attore quello di cui ha bisogno per riuscire, dai dati alla tecnologia ai collegamenti, per creare un sistema autonomo. I marketer ottengono risultati misurabili per continuare a gestire campagne, i media owner ottengono ad revenue per continuare a sviluppare contenuti ed esperienze per attrarre audience e i consumatori ottengono esperienze più ricche da marketer e media owner di fiducia. Un ecosistema equilibrato è un ecosistema che prospera. E il commerce media è pronto a dare risultati a lungo termine.

1 Uno studio su commissione condotto da Forrester Consulting per conto di Criteo, Nord America, luglio 2020

2 Uno studio su commissione condotto da Forrester Consulting per conto di Criteo, EMEA, agosto 2020