Quello delle applicazioni dell’Artificial intelligence è un campo ancora tutto da esplorare, ma è innegabile che rappresenti una vera e propria rivoluzione non solo industriale, ma anche sociale e umana, già in atto in tutto il mondo. E le aziende italiane come si pongono nei confronti di questa tecnologia dall’enorme potenziale? A questa domanda ha cercato di rispondere il team dell’Osservatorio IULM sull’Artificial Intelligence Marketing con la ricerca “Livello di adozione e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale da parte delle aziende italiane per attività di marketing e comunicazione” promossa dall’Executive Master in Data Management & Business Analytics – DMBA.
L’indagine, che si è svolta attraverso una survey online, ha coinvolto i responsabili di marketing e comunicazione di aziende di diversi settori per valutare il livello di adozione delle soluzioni di AI a supporto dei processi di marketing e business. I risultati sono stati presentati in occasione dell’evento “Big Data & AI: The Future of Marketing”, tenutosi presso l’Università IULM di Milano.
I risultati dell’indagine
Solo il 20% del campione dichiara di aver già adottato soluzioni di Artificial Intelligence, mentre Il 36% afferma di aver intrapreso la sperimentazione di tecnologie e/o servizi di AI da poco o di averla in programma per i prossimi 12 mesi. Il restante 44% non prevede l’adozione di AI a breve e non sa se ciò avverrà.
La stragrande maggioranza delle aziende (74%) è consapevole che l’Intelligenza Artificiale può essere impiegata anche nel campo del marketing e della comunicazione, ma sono poche quelle che sfruttano le potenzialità dell’AI per l’analisi dei Big Data. Circa la metà del campione collega l’AI alle applicazioni più note, come chatbot e robot, l’altra metà, invece, conosce il significato più corretto e completo di Intelligenza Artificiale, connesso all’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana. In generale, i marketer dimostrano molto interesse verso le applicazioni dell’AI e sono convinti (97%) che sia necessario sviluppare le conoscenze e competenze aziendali in tal senso.
Quali ostacoli frenano l’adozione?
La ricerca ha anche messo in luce i principali ostacoli all’adozione di tecnologie AI da parte delle aziende. Al primo posto si collocano la cultura aziendale e la poca inclinazione ad abbracciare la digital transformation, connesse alla scarsa comprensione di quali siano le applicazioni e le potenzialità dell’AI (48%); a seguire la carenza di risorse economiche, di tecnologia e di personale formato sul tema (41%) e infine la percezione che tali soluzioni non siano applicabili al proprio business (10%).
Il grado di maturità delle aziende
Chiamato a valutare il proprio grado di maturità nell’utilizzo di servizi o piattaforme di AI, il 22% del campione si è definito “neonato”; il 30% “bambino”; il 41% “adolescente”; il 4% “adulto” e il 4% “maturo”. Questi risultati hanno consentito di aggregare le aziende per tipologia di adozione e utilizzo dell’AI in due cluster:
Il primo cluster comprende i profili del “neonato” e del “bambino” (52% del campione). Queste realtà considerano l’AI di fondamentale importanza per mantenere la propria competitività (63%), ma stanno sviluppando soprattutto progetti relativi alle funzioni dell’IT, dell’automazione dei processi e della ricerca e sviluppo (53%). Inoltre, non stanno investendo in attività di formazione o sviluppo di competenze relative all’AI da applicare al marketing (33%) e investono nell’AI meno del 5% del proprio budget di comunicazione (58%).
In sostanza queste aziende contemplano l’AI nelle sue applicazioni operative e tattiche piuttosto che come un’enorme opportunità da affrontare in modo strategico e con i necessari investimenti.
Il secondo cluster comprende le aziende che corrispondono ai profili “adolescente”, “adulto” e “maturo” (il 48% del campione) e che utilizzano l’AI in modo più evoluto. Sono le aziende che investono nella digital transformation e in progetti di AI marketing (23%) e che hanno deciso di allocare un budget per la formazione del personale (24%). Il 40% di queste aziende investe in soluzioni di AI una quota superiore al 10% del budget di comunicazione. Inoltre, coinvolgono nelle soluzioni di AI anche marketing e comunicazione e utilizzano soluzioni di machine learning e di deep learning (44%).
AI a due velocità
Anche se la maggior parte delle aziende (74%) ritiene che l’AI sia una sfida importante da cogliere, per farlo deve essere in grado di comprendere fin dall’inizio il valore economico delle soluzioni AI applicate al marketing. Probabilmente anche perché le funzioni organizzative coinvolte nell’adozione di queste soluzioni sono ancora soprattutto quelle dell’IT (46%), dell’automazione e robotica (23%) e della ricerca e sviluppo (38%).
Nell’ambito del marketing, il 56% individua l’assistenza virtuale (bot e live chat) quale immediata declinazione dell’AI, mentre il 44% comincia a coniugare l’AI con la gestione e l’utilizzo dei (big) data aziendali.
Il quadro che emerge dalla ricerca è dunque quello di un mondo delle imprese a due velocità: da una parte quelle che hanno capito le straordinarie opportunità che la tecnologia AI può offrire a qualsiasi livello dell’organizzazione aziendale; dall’altra, la maggioranza, le aziende ancora incerte o convinte di non poter trarre vantaggi da questa tecnologia.